In questa prima parte dell’anno a Parma si sono svolti alcuni eventi commemorativi e nel Museo Glauco Lombardi, ospitato nel Palazzo della Riserva, è ancora aperta (fino al 25 settembre 2016) una Mostra dedicata proprio al viaggio che la Duchessa fece da Vienna a Parma.
Maria Ludovica, chiamata così in memoria della nonna paterna, era un’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria Francesco I e di Maria Teresa Borbone delle due Sicilie. Aveva gli occhi celeste chiaro, i capelli biondi e il labbro inferiore marcato (elemento distintivo degli Asburgo). Visse inizialmente a Vienna, dove ricevette un’ottima educazione: imparò a suonare il piano e studiò diverse lingue: tedesco, francese, inglese, ungherese, boemo, turco, un po’ di greco e di latino. L’Impero Austro Ungarico, governato dal padre, univa territori in cui si parlavano diverse lingue e dato che lei sarebbe stata destinata a governare uno di questi Stati imparò bene anche la geografia.
A 19 anni divenne la seconda moglie di Napoleone, e per pochi anni portò il titolo di Imperatrice dei Francesi. Era stata preparata tutta la vita per un ricoprire un ruolo del genere, ma secondo l’opinione della cognata Caroline Murat non si poteva proprio dire che lei fosse un esempio di eleganza. La prima cosa che le disse appena incontrata fu “mia cara sembrate un paniere, meno male che da domani ci penseranno le sarte francesi a vestirvi!” e subito dopo fu inondata di profumo!
Il matrimonio, che si celebrò il 2 aprile 1810 fu considerato “Il matrimonio del secolo”. Era di fatto l’unione di due Imperi e fu tra i più sfarzosi che si ricordino. In una lettera Maria Luigia scrisse che sperava solo di “non crollare sotto il peso della corona zeppa di brillanti e del mantello in velluto, foderato di ermellino e ricamato in oro”.E in fondo aveva ben tutte le ragioni: sotto il peso di quello stesso mantello era caduta infatti la prima moglie di Napoleone.
Dalla loro unione nacque un figlio che ricevette subito il titolo di Re di Roma. Si sa che la fortuna di Napoleone non durò ancora per molto. Infatti dopo la sua sconfitta sul campo di Battaglia di Lipsia prima e di Waterloo poi, Napoleone venne esiliato; mentre Maria Luigia tornò per qualche tempo con il figlio, “il piccolo Franz”, in Austria. Al Congresso di Vienna le forze politiche europee avevano già deciso le sorti di questa donna, che sarebbe andata a governare il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla senza Napoleone.
E’ qui infatti che ritroviamo le maggiori testimonianze della presenza di questa donna: trasformò le città del Ducato costruendo nuovi edifici pubblici, nuove strade e ponti; aprendo Istituzioni di carità e scuole. La “Buona Duchessa” governò durante quasi 30 anni. Dal 1816 il Ministro degli esteri austriaco Metternich le mise a fianco come Governatore il Generale Neipperg, che in seguito divenne il suo amante, e poi secondo marito.
Venne descritto come un uomo affascinante e coraggioso. Aveva perso un occhio in battaglia, la cicatrice profonda era sempre nascosta da una benda, che gli dava un aspetto marziale, vestiva in pubblico sempre in divisa, e dai ritratti ufficiali si nota un vezzo, un orecchino al lobo sinistro, secondo la moda lanciata dal principe del Belgio de Ligne.
Da questo matrimonio morganatico, cioè senza possibilità per il marito e i figli di ereditare il Ducato, nacquero Albertina e Guglielmo, che presero il cognome del padre italianizzato: da Neipperg= neue Berg = Montenuovo. Dato che i due figli erano nati prima della morte di Napoleone Maria Luigia cercò in tutti i modi di tenere nascosta la loro esistenza, facendoli vivere nel palazzo accanto alla residenza di corte. Dopo il matrimonio celebrato con Neipperg si ostinò a nascondere le vere date di nascita proprio per evitare reazioni della corte asburgica, ma anche per non far soffrire il piccolo Franz, il figlio avuto da Napoleone, che viveva relegato a Vienna. Inutile dire che quando scoprì tutto si sentì tradito e offeso.
Nel 1829 Maria Luigia rimase vedova per la seconda volta. Metternich, che era ancora ministro degli esteri, mise al governo del ducato un certo Werklein, che non fu apprezzato dal popolo e non si rivelò molto abile. Era il periodo dei primi moti di insurrezione, e Parma nel 1831 dimostrò tutta la sua ostilità con una insurrezione che fece partire la duchessa per Piacenza, dove correva meno pericoli. L’incarico di governatore passò al Conte di Bombelles, l’uomo che nel 1834 divenne il terzo marito di Maria Luigia. Anche lui a quanto pare la conquistò, come Neipperg, per la sua autorità e il suo fascino. La duchessa a quel tempo aveva già 40 anni, che duecento anni fa dovevano apparire come quasi il doppio. Non si può dire che fosse ancora una donna attraente, tutt’altro; le cronache impietose ce la descrivono come leggermente ingobbita, con i lineamenti del volto più marcati e il labbro inferiore più sporgente e con qualche dente in meno!
Questo fu l’ultimo periodo del suo governo, durante il quale si comportò da vera e propria mecenate. Era anche l’epoca in cui il giovane Giuseppe Verdi, nato nella vicina Roncole, insegnava come maestro di musica e cominciava a comporre le prime opere.
A questo proposito non so se sapete che Verdi, in cerca di notorietà, si offrì di suonare per il compleanno della Duchessa; la lettera che le inviò non ricevette mai risposta, dato che era firmata da uno sconosciuto maestro di musica!
Con la musica la duchessa non fece sempre buone scelte. Ad esempio all’inaugurazione del Teatro Ducale venne rappresentata un’opera di Bellini, “La Zaira”, che fu un vero e proprio fiasco! Si rifece però quando nel 1840 diede l’incarico di Direttore d’Orchestra a Parma a Nicolò Paganini.
Sicuramente il ricordo di Maria Luigia è molto vivo a Parma: all’ingresso del Palazzo che ospita la Mostra e il Museo Glauco Lombardi, sventola uno stendardo che riproduce un suo ritratto ufficiale. In diversi negozi di souvenir è possibile trovare i profumi e i saponi alla violetta di Parma, introdotti qui proprio da lei. E uno tra tutti il Teatro Regio, fatto erigere durante il suo governo, è una delle testimonianze più famose della sua politica illuminata.
Anche a Piacenza non mancano le tracce del governo di Maria Luigia. Si ricorda per esempio che trascorse diversi mesi nel 1831 a Palazzo Mandelli, attuale sede della Banca d’Italia, durante i moti di insurrezione di Parma.
Passando sul Ponte sul Trebbia nei pressi di San Nicolò si vede ancora, arrivando da Piacenza, la colonna commemorativa che ricorda che la sua costruzione fu voluta nel 1819 dalla Duchessa.
Venne in visita in Val Tidone per ispezionare i territori del Ducato e fu ospite nel Castello di Castelnovo Val Tidone (visitabile il prossimo 4 Settembre 2016). Qui per agevolare l’accesso con le carrozze venne realizzato un vero e proprio viale di 1200 metri, in leggera pendenza, in modo da far superare il dislivello delle prime colline evitando curve scomode. Questo viale si nota ancora arrivando al castello sulla destra.
Probabilmente non tutti sanno che una delle famiglie nobili piacentine vanta anche dei legami di sangue con i discendenti di Maria Luigia; si tratta della famiglia dei Marchesi Paveri Fontana. Un loro avo, il Marchese Lionello, sposò nel 1903 la pronipote di Maria Luigia, Guglielmina, nipote di Albertina Montenuovo.
Se desiderate dunque scoprire qualcosa di più dei legami di questa duchessa con i Marchesi Paveri Fontana, e volete ammirare qualche oggetto pregiato ottenuto in eredità, come ad esempio le tazze di porcellana, dipinte e dorate, i ritratti, le medaglie commemorative o gli acquerelli eseguiti da Maria Luigia e altro ancora… non dovete farvi scappare l’occasione di visitare la Villa Caramello, che proprio per celebrare questo anniversario mette in mostra, in alcuni ambienti privati, questi cimeli durante due speciali aperture le domeniche 11 e il 18 settembre 2016 pomeriggio.
Informazioni:
Villa Caramello – Castel San Giovanni – (PC) Mostra “Maria Luigia, la Duchessa in Villa”
Apertura straordinaria 11 e il 18 settembre 2016- visite guidate dalle 15:00 alle 18:00 – Ingresso 8,00 Euro (è consigliata la prenotazione)
Presso il Museo Glauco Lombardi a Parma, strada Garibaldi 15 Mostra “Parma 1816 – Dal Ministro Magawly alla Duchessa Maria Luigia” fino a 25 settembre 2016 Aperta da martedì a sabato dalle 9:30 alle 16:00- domenica e festivi dalle 9:30 alle 19:00 (luglio e agosto dalle 9:30 alle 14:00) ingresso libero alla mostra – Esposizione permanente di cimeli di Maria Luigia e Napoleone al primo piano – stessi orari sopra indicati – Ingresso intero 5,00 Euro- ridotto 3,00 Euro
Apertura Castello di Castelnovo Val Tidone
Domenica 4 settembre 2016 – visite guidate dalle 15:00 alle 18:00 Biglietto 6,00 Euro
Come arrivare a Villa Caramello
se arrivate dall’Autostrada A21 ( da Torino- da Genova o da Brescia- Bologna) prendete l’uscita di Castel San Giovanni, proseguite lungo la Strada Provinciale 412R (Via S. Allende) in direzione Castel San Giovanni per 3,4 km, quindi alla rotonda prendete la terza uscita sulla Strada Provinciale 10 (Via Emilia Piacentina) e proseguite in direzione Piacenza per 2, km circa fino a che alla vostra sinistra si aprirà un viale alberato della lunghezza di 1 km che vi porterà fino alla villa.
In alternativa arrivando da Bologna percorrendo l’Autostrada A1 potete uscire a Piacenza ovest e seguire le indicazioni per Torino immettendovi sulla SP 10 (Via Emilia Pavese) dopo 17 km sulla sinistra nei pressi di una cappella svoltate a sinistra lungo il viale alberato.