Da sempre l’uomo ha subito il fascino della volta celeste, l’ha studiata e interpretata, usata per orientarsi nella navigazione, e per leggere pronostici del proprio futuro. In particolare nel Medioevo assistiamo alla raffigurazione dello Zodiaco negli edifici religiosi, la Chiesa, nel tentativo di evitare che il popolo adorasse gli astri, e credesse ciecamente ai loro vaticini, diede a questi una nuova interpretazione.
Il 15 ottobre 2017 ho realizzato una visita guidata a Piacenza, il cui filo conduttore era lo zodiaco e le raffigurazioni dei mesi dell’epoca medioevale. Vi propongo qui una parte di quel percorso che su richiesta potrà essere il tema di una nuova visita guidata.
Le raffigurazioni dei mesi, abbinate al simbolo zodiacale relativo, si ritrovano spesso proprio in epoca medievale, a Piacenza, un esempio che non mi stanco mai di ammirare è quello della Chiesa di San Savino.
Nella Cripta della chiesa si trova una interessante raffigurazione a mosaico, a tessere bianche e nere, con l’aggiunta di alcune rare tessere in terracotta, realizzato nel XII secolo,che racconta i mestieri legati alla cultura agricola del nostro territorio.
Ogni mese è raffigurato all’interno di un cerchio, che in due casi, Gennaio e Febbraio, viene fatto girare grazie alla spinta di un uomo posto all’esterno; allusione al tempo/la ruota che gira, e alle stagioni che passano e ritornano ciclicamente.
I mesi sono “immersi” nel mare, raffigurato dalle onde. Qui la simbologia cristiana è fondamentale, ogni cristiano è un pesce salvo solo nell’acqua (corpo mistico di Cristo), ma ovviamente sono presenti anche le figure ambigue e tentatrici come le sirene e i tritoni, dalle quali bisogna sempre guardarsi, questo era il messaggio da comprendere.
Questo tipo di raffigurazione aveva un’intento didattico, il fedele che frequentava la chiesa doveva immedesimarsi nei personaggi raffigurati e poteva trarre insegnamenti pratici (come o quando seminare, coltivare ecc.) e anche morali. La presenza dei segni zodiacali aiutava a riconoscere il mese, oltre alla didascalia in latino, ma non aveva alcun significato divinatorio, le stelle sono anch’esse una creazione divina e tutti i popoli le hanno ricevute in sorte.
Il tempo dell’anno liturgico corrispondeva al tempo della società rurale, il tempo del lavoro contadino, e quindi ogni mese ricordava un’attività diversa.
Ogni figura realizzata a mosaico sorprende per i dettagli, troverete solo in alcuni mesi l’uomo con il cappello o con le scarpe; osserverete la veste corta o lunga, e noterete i diversi attrezzi agricoli, alcuni rimasti immutati nel tempo.
Si può sostare a lungo per osservare tutto il mosaico, e grazie alla rinnovata illuminazione è sufficiente accedere alle scale dal cancello che si apre all’estremità di sinistra nella navata centrale e scendere le scale, e la fotocellula attiverà la luce (un’offerta è gradita).
Riconoscerete, ad esempio, il mese di Giugno con l’uomo che falcia l’erba vestito con le braghe lunghe per proteggere le gambe dagli insetti, affiancato dai Gemelli; e di seguito Luglio, che taglia il grano nella parte più alta, in modo da lasciare il resto della pianta da usare come cibo per gli animali. Vicino a lui noterete che il Cancro, un grande granchio, è raffigurato su un fondo di colore diverso, come se fosse in uno stagno.
La raffigurazione che si colloca sempre ad Agosto è l’uomo che prepara la botte in vista dell’imminente vendemmia, vicino a lui compare il Leone, per niente minaccioso, accoccolato come un animale domestico.
Il mese di Settembre è impegnato a vendemmiare e contemporaneamente a pigiare l’uva sia con i piedi che con un pigiatoio, a fianco è raffigurata una donna con vesti lunghe, la Vergine. Segue nell’ultima fascia, quella più vicina al punto di osservazione, il mese di Ottobre con la semina, Novembre che taglia la legna (immagine ricostruita non basata su dati fondati visibile al centro di una foto qui pubblicata), e Dicembre che uccide il maiale.
Dunque i mestieri agricoli compaiono principalmente da Giugno a Dicembre, a Gennaio l’uomo si riposa presso il fuoco (anche questa immagine, come quella del mese di novembre, è una ricostruzione di fantasia, dato che il clipeo era completamente rovinato), e a Febbraio, in questo mosaico, il contadino prepara le viti. Nei restanti mesi si raffiguravano attività diverse che appartenevano soprattutto ai nobili, come la caccia a Marzo con l’uomo con il corno; o la guerra a Maggio con il cavaliere che abbevera il cavallo.
Il tutto rappresenta un bellissimo racconto della società rurale medievale della pianura padana.
Non si tratta comunque dell’unica raffigurazione a mosaico dei Mesi e dello Zodiaco nel territorio piacentino, c’è infatti un’altro mosaico a Bobbio nella chiesa di San Colombano, se ancora non lo conoscete, potrete trovare la descrizione nel mio blog di novembre.
Potrebbe essere interessante fare un confronto vedendoli entrambi, magari all’interno di una visita guidata studiata ad hoc.
Proseguendo in questo percorso a poche centinaia di metri dalla Chiesa di San Savino, andando verso il centro città, osserviamo nella facciata della Cattedrale di Piacenza la raffigurazione unicamente delle figure zodiacali, soluzione insolita. Il motivo è dato dal fatto che, sempre in epoca medievale, i mestieri a Piacenza non sono solo quelli agricoli, con lo sviluppo del commercio, gli artigiani e i mercanti sono i nuovi protagonisti della società, il loro mestiere non è più legato alla stagione, così la loro attività è mostrata all’interno della chiesa sui singoli pilastri, indipendente dai mesi, e dunque il portale della Cattedrale avrà un nuovo significato.
Osservandolo potrete riconoscere il vostro segno, ma la Chiesa all’epoca non voleva certo mostrare un oroscopo, o che la gente desse troppa importanza ai segni delle stelle, per interpretare il proprio futuro. La Chiesa qui si preoccupò di sottolineare il legame tra Zodiaco e Giudizio Universale.
A guardar bene infatti al centro di tutta la raffigurazione è la mano benedicente di Cristo, ( Signore del cosmo e del tempo) ai suoi lati la luna e il sole e di seguito gli angeli che soffiano in una tromba, a simboleggiare i venti, e il tempo che scorre. A seguire a sinistra di chi guarda è la Vergine, cioè Maria e a destra la Bilancia, attributo dell’Arcangelo Michele.
Fu già Zenone da Verona nel IV secolo a leggere lo Zodiaco in chiave di Giudizio Universale, e l’arco di ingresso della Cattedrale, realizzato nel XII secolo, ce lo propone proprio così. Lo zodiaco interpretato in questo modo ci racconta, dall’ariete fino al cancro, il sacrificio e la resurrezione di Cristo e dall’altro lato, dalla bilancia ai pesci, la caduta fino alla redenzione dell’uomo.
Questo percorso insolito e affascinante sulle tracce dello zodiaco per ora si ferma qui, sperando di aver suscitato in voi la curiosità e il desiderio di venire a scoprire uno dei tanti volti di Piacenza.
COME ARRIVARE:
Potete raggiungere Piacenza con l’Autostrada A1 per chi arriva da Milano o da Bologna. e prendere l’uscita Piacenza sud. Per chi arriva da Brescia o Cremona, o da Genova o Torino, percorrendo l’Autostrada A21 raggiungete sempre l’uscita Piacenza sud.
Per raggiungere la prima tappa del percorso, cioè la Chiesa di San Savino in Via Alberoni, vi consiglio utlizzare i parcheggi gratuiti della Stazione Ferroviaria. Durante la settimana ci sono meno posti liberi, dato che vengono occupati dalle auto dei pendolari, ma almeno non avrete la preoccupazione della durata della sosta. Il parcheggio più comodo è dunque quello lungo viale S. Ambrogio. Per raggiungerlo dall’uscita di Piacenza sud, prendete la prima uscita verso il centro città, percorrete la Via Caorsana per 3,2 km oltrepassando 4 rotonde, e proseguite in via Diete di Roncaglia, fiancheggiando la ferrovia alla vostra sinistra e impianti industriali alla vostra destra, alla rotonda in prossimità del ponte sul Po svoltate a sinistra e seguite le indicazioni per la Stazione Ferroviaria, proseguite in via XXI Aprile per 300 metri e infine svoltate alla rotonda alla sinistra in Viale S. Ambrogio, alla vostra sinistra si trova il parcheggio. Da qui proseguite a piedi, imboccando Via Abbondanza, proseguendo lungo Via Trebbiola svoltate dopo 300 metri a sinistra in Via Alberoni, qui dietro ai giardini si affaccia la Chiesa di San Savino (la chiesa solitamente apre dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00, per evitare di incappare nelle celebrazioni religiose consiglio di consultare il sito della Diocesi di Piacenza per conoscere gli orari delle messe).