“Giuseppe Rota costruí dalle fondamenta questa dimora, l’abbellí e la finí anche nei minimi particolari nel 1762″: sotto il balcone centrale di Palazzo Rota Pisaroni, questa epigrafe ricorda al visitatore chi fu l’artefice di tanta bellezza.
Il Palazzo divenne molto famoso intorno al 1830, quando fu venduto alla famosa cantante lirica piacentina Rosmunda Pisaroni, che lo trasformò, oltre che nella sua residenza, nel “salotto buono” di Piacenza, dando ospitalità a molti esponenti della scena artistica e culturale del tempo.
La facciata si articola in tre ordini di finestre mosse da stucchi e motivi a conchiglia e mascheroni, che riprendono nelle loro linee morbide il flettersi della cornice marcapiano. Cosí descrive l’esterno del palazzo lo storico Ferdinando Arisi: “L’ingresso in granito rosa, è un gioiello del rococó, come il balcone che lo include e la ragnatela in ferro battuto che funge da aereo parapetto (…)”.
L’interno si articola secondo lo schema a U, tipico delle dimore signorili piacentine. Molto interessante è la controfacciata, con il porticato a cinque aperture, la loggia superiore e, all’opposto, una scala a due rampe divergenti aperta sul cortile.
Tra gli ambienti, il più suggestivo è sicuramente il salone, dal complesso e raffinato impianto decorativo. Al centro della volta si nota la raffigurazione della Caduta di Fetonte circondata da una cornice ad affresco, opera di Luigi Mussi (Piacenza, 1694-1771).
Una ventina di dipinti ornano le pareti: particolarmente pregevoli sono le nature morte di fiori, frutti e animali di Margherita Caffi.
L’alcova presenta invece una stupenda decorazione a stucco: la piccola sala ha un doppio lampadario ed un accesso segreto.