Dopo 22 anni di attesa la “Signora di Klimt” è tornata a casa; le analisi hanno finalmente confermato che il dipinto ritrovato il 10 Dicembre 2019, durante i lavori di manutenzione del giardino della Galleria Ricci Oddi, è proprio quello che nel 1997 venne sottratto alla stessa Galleria mentre si preparava una Mostra dal titolo “Da Hayez a Klimt”, dove la Signora era l’ospite più atteso.
Un grande dolore per la città di Piacenza quello di 22 anni fa, che è pari solo alla enorme gioia provata per il rocambolesco e inaspettato ritrovamento.
KLIMT a PIACENZA. E’ il 1925 quando Giuseppe Ricci Oddi, attraverso l’amico e architetto Giulio Ulisse Arata, acquista dal gallerista milanese Luigi Scopinich il “Ritratto di Signora” di Gustav Klimt, insieme a 8 acqueforti di Giovanni Fattori, due di Chahine e due di Disertori per 30.00 lire (precedentemente per il solo Klimt erano state chieste 32.000 lire). Si ipotizza che il gallerista l’avesse acquistata da Nebehay, organizzatore di mostre di disegni del maestro viennese fra il 1918 e il 1919.
Il ritratto venne inizialmente acquistato da Ricci Oddi per abbellire la sala da biliardo del suo Palazzo cittadino per essere poi esposto, dal 1931, nella neonata Galleria Ricci Oddi – Sala XVI o “degli stranieri”.
Il dipinto raffigura una giovane donna ritratta a mezzo busto su fondo verde reso con pennellate irregolari; il corpo è disegnato di profilo, mentre il volto dolcissimo e sensuale, grazie alle carnose labbra e alle gote di un acceso color rosso, si volge verso lo spettatore; la signora indossa un capo chiaro leggero e prmaverile, arricchito da elementi floreali giusto abbozzati. L’opera è datata al 1916-17, anche in base all’utilizzo di colori accesi di tipologia espressionista.
LA SCOPERTA DOPPIO RITRATTO. Nel 1996 svolgendo una ricerca scolastica, la studentessa Claudia Maga nota una somiglianza fra il Klimt piacentino e un “Ritratto di ragazza con cappello” del 1910, noto da una fotografia e ritenuto disperso dopo un’unica esposizione a Dresda nel 1912
La prima versione del ritratto piacentino indossa dunque un largo cappello nero e un vistoso boa-sciarpa a coprire il collo e il seno, i capelli sono castani e mossi; chiaro è il riferimento alla moda francese e specificamente alla produzione di Toulouse-Lautrec (accolto dalla Secessione francese, con Gauguin e Van Gogh, nel 1903)
Non è nota la motivazione che spinse Klimt ha modificare il ritratto, ma è un modus operandi non insolito per l’artista
La straordinaria scoperta di Claudia Maga viene confermata dalle analisi tecniche (RX, IR, UV) ed è lo sprone per oganizzare una grande Mostra in Palazzo Gotico nel 1997, ma durante l’allestimento dell’evento il dipinto sparisce, diventando una delle 10 opere d’arte più ricercate al mondo, rendendola in pratica non commerciabile
L’opera ricompare inaspettatamente in un pomeriggio di Dicembre 2019, mentre si stanno effettuando dei lavori di pulizia nel giardino della Galleria Ricci Oddi: strappando una pervicace edera dal muro esterno del Museo, si apre una botola che custodisce al suo interno la ruota di una vecchia bicicletta e un sacco nero dell’immondizia che, per curiosità, viene aperto dai giardinieri prima di essere gettato e…eccola lì la Signora di Klimt che aspettava solo di essere trovata. Perchè li? da quanto tempo? chi?…mistero nel mistero (c’è anche la comparsa di 2 ladri e la richiesta di un riscatto…un film vero e proprio), ma quel che più importa è il bellissimo regalo ricevuto dalla città di Piacenza per inaugurare il 2020, la Signora di Klimt è tornata a casa
Ricordiamo che il dipinto piacentino è una delle 3 opere di Klimt custodite in Italia, con:
“Le tre età della donna” 1905, Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma
“Giuditta II” 1909, Galleria Internazionale di Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia
“RITRATTO di SIGNORA” sarà visibile non appena termineranno i restauri e i rilevamenti scientifici, speriamo quanto prima nel 2020; un apposito allestimento renderà fruibile ai visitatori l’opera di Gustav Klimt
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